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16 marzo 2013 6 16 /03 /marzo /2013 12:40

01

 

Ricamo poco e leggo ancora meno, infatti erano quasi tre mesi che non finivo un libro!

In questo caso la biografia di Madame de Pompadour.

Una lettura scorrevole che ha evidenziato tutte le mie lacune su questo periodo storico per me troppo recente e, quindi, meno interessante...


Di Mme sapevo quello che sanno tutti, che era l'amante ufficiale di Luigi XV, ma non che avesse avuto così tanta potenza a livello politico! Credevo che la sua influenza si fosse limitata all'arte e alla moda dei tempi, non certo che avesse un potere sul re tale da determinare anche grandi cambiamenti di alleanze a livello europeo!

 

E devo ammettere che, nonostante sia sempre bello scoprire qualcosa di "nuovo", aspettandomi il ritratto di una donna diversa mi sarebbe piaciuto un maggiore approfondimento della sua vita privata.


 

divisorio01

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26 dicembre 2012 3 26 /12 /dicembre /2012 10:30

12

 

E anche questo è stato un graditissimo regalo di compleanno da parte di mia cugina Barbara. Chi ha amato "Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare" si innamorerà allo stesso modo di Mix e Mex.

 

Un librino breve breve e per me un po' triste perchè il mio povero Ronfino non aveva in comune con Mix solo il colore della pelliccia e quindi i ricordi sono stati tanti.

 

Una storia impossibile, ma tanto tenera e autentico cibo per il mio antispecismo!

 

Ronfino02.JPG

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19 dicembre 2012 3 19 /12 /dicembre /2012 16:40

11

 

Sottotitolo: combattere la peste nell'Italia del Seicento.

 

In questo caso c'è poco da dire: o interessa l'argomento o non interessa. Librino composto solo da tre capitoli più appendice dove viene raccontato il flagello di un'epidemia quando la medicina non era medicina.

 

Bello, interessante: in particolare il capitolo che racconta di Genova e del granducato di Toscana perchè incentrato nei rapporti politici.

Per chi fosse di Pistoia segnalo che un altro capitolo è dedicato interamente all'epidemia di peste che colpì la città nel 1630-31, meno discorsivo, ma ricco di dati.

 

Arrivata all'ultima pagina mi è venuto da pensare che le nostre generazioni sono fortunate ad avere a che fare con il problema della crisi economica!


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25 novembre 2012 7 25 /11 /novembre /2012 14:10

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In settimana ho terminato entrambi i libri che stavo leggendo contemporaneamente.

 

10

 

Avevo sentito parlare di questo romanzo per via dell'enorme successo avuto in patria. Un  giallo scritto da un avvocato tedesco e ambientato in Germania: perfetto per me!

Fin troppo!!

Per prima cosa prenderei a testate chi lo etichetta come un legal-thriller!!

La storia si svolge in due epoche: il presente ambientato in Germania e il passato ambientato nella mia Genova (questo non lo sapevo) durante la seconda Guerra Mondiale.

I nomi dei personaggi sono di fantasia, ma sono esistiti davvero tanti Hans Mayer e tantissimi Vincenzo Cellini. Da nipote di un partigiano ho rivissuto episodi che già da bambina avevo vissuto attraverso i racconti di mio nonno e proprio negli stessi posti!

Un pugno nello stomaco.

Un romanzo meraviglioso, ancora di più perchè scritto da un tedesco. E non da un tedesco qualunque, ma da Ferdinand, nipote di Baldur von Schirach, capo della gioventù hitleriana, in seguito processato e condannato a Normberga.

Mio nonno e suo nonno... a dir poco travolgente!

 

Anche l'altro romanzo (gentile prestito della cara Manu) è scritto da una tedesca.


09

 

Nei cent'anni di vita di Henry c'è spazio anche per la seconda Guerra Mondiale (e per la prima) con l'occupazione della Norvegia da parte dei nazisti, ma questo libro non ha nulla a che vedere con il precedente. E' stato definito una storia d'amore e di amicizia e sono d'accordo, con questo saggio e acuto orsacchiotto che più e più volte induce alla riflessione.

 

E per finire... oggi sono 43!!

torta01

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13 ottobre 2012 6 13 /10 /ottobre /2012 12:40

 

08

 

Questo romanzo è stato una piacevole compagnia, è leggero e carino, ma meno "intelligente" rispetto agli altri. A me Jennifer Weiner piace molto, non riesco a considerarla una scrittrice da chick lit. Non si perde in frivolezze, ma racconta soprattutto le sofferenze della protagonista di turno. Però alcune caratteristiche ricorrenti, in particolare l'eccesso di peso e il confronto con l'amica o la sorella bella e magra, creano personaggi troppo simili fra loro, donne timide, complessate, spaventate dal mondo. Poi le storie cambiano e questa l'ho trovata un po' banale, con un finale frettoloso e scontato.

In definitiva 378 pagine che si leggono in scioltezza... a patto che non siate lente come me

 

E, se amate la lettura, vi faccio un regalone segnalandovi il blog di Viviana e quello di Mery che:

 

A) leggono tanto

B) non leggono cavolatine (come me)

C) fanno delle recensioni meravigliose!!

 

Andate a trovarle e poi ditemi se non ho ragione

 

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7 settembre 2012 5 07 /09 /settembre /2012 17:00

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Quest'anno durante le ferie ho letto soltanto due libri, contro i 4-5 abituali che hanno sempre alzato un poco la mia misera media annuale

 

Colpa della palestra che mi ha fatto abituare all'uso dell'MP3 o colpa della scelta infelice che mi ha fatto preferire spesso la musica alla lettura? Non saprei scegliere, comunque il primo libro che ho trascinato per gran parte della mia vacanza tedesca è stato questo:

 

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Un tempo compravo i romanzi della Cornwell appena uscivano in Italia: erano gli anni in cui il genere medical-thriller era il mio preferito. Non mi è mai piaciuta tanto quanto Robin Cook, ma abbastanza da comprare e leggere ben 17 suoi libri. Ma dopo "La traccia" mi sono arresa: per quanto mi piacessero le storie, non ho mai sopportato Kay Scarpetta!

 

Con "Ritratto di un assassino", comprato dieci anni fa appena uscito e poi sempre preferito ad altro, ho capito che a essermi odiosa è proprio la Cornwell! Scrivendo in prima persona quella che, secondo lei, è la vera storia di Jack Lo Squartatore, ha dato grande sfoggio di tutte le caratteristiche che mi avevano fatto detestare la protagonista dei suoi romanzi.

Ben vengano le opere di fantasia e ben vengano le ricostruzioni fedeli di fatti realmente accaduti, ma qua abbiamo i secondi, i cinque omicidi dello Squartatore che tutti bene o male conoscono, e la convinzione dell'autrice che Walter Sickert, pittore inglese della fine del XIX secolo, fosse l'assassino e non solo di quelle cinque vittime.

 

La Cornwell ha speso diversi milioni di dollari usufruendo di tutta la tecnologia del nuovo millennio senza trovare alcuna prova a sostegno della sua tesi, con alcune congetture per me ridicole, del tipo: nel tal anno nella tal località turistica inglese un ragazzino venne trovato morto con la gola tagliata. Per l'omicidio venne condannato un suo compagno di giochi, però in quegli stessi anni Stickert andava nella talaltra località, vicina alla prima!


Per contro è vero che Stickert e lo Squartatore sembrerebbero legati da alcune coincidenze, ma - proprio in virtù della pochezza tanto lamentata dalla Cornwell delle prove giunte fino a noi - forse le stesse avrebbero potuto adattarsi a moltissimi altri uomini vissuti all'epoca...


A parte questo, ho trovato il libro piuttosto noioso perchè ripetitivo, ma soprattutto mi ha dato fastidio il continuo paragone con cosa sarebbe successo se quegli omicidi fossero stati commessi nel 2000, fra impronte, DNA e compagnia bella, quindi come un attuale patologo forense si comporterebbe rispetto ai coroner che ebbero davvero a che fare con quegli omicidi...

'A Patricia, ti piace vincere facile, eh?!

 

Seconda scelta infelice:

 

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Anche questo l'ho comprato diversi anni fa proprio trovandolo perfetto per una vacanza per via della sua leggerezza, sia materiale che di argomento.

E infatti è leggero in tutti i sensi, ma non carino come speravo che fosse. Un vecchio bar che fa da perno alle storie di diversi personaggi, a cominciare dalla coppia proprietaria dello stesso. I primi capitoli dove l'autrice ci fa conoscere le varie vicende sono una buona partenza, ma poi lo sviluppo si perde fra accadimenti troppo scontati o troppo assurdi.

 

Insomma, anche scrivere un chick lit non è per tutti...

 

 

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3 agosto 2012 5 03 /08 /agosto /2012 18:40

05

 

Uno dei più bei libri che abbia letto negli ultimi anni e, a parimerito con "Il momento di uccidere", il più bello di Grisham. In minima parte perchè ho ritrovato il Grisham dei suoi primissimi romanzi, ma - al di là del modo in cui è stato scritto - credo che questo libro piaccia in misura proporzionale a quanto si è contrari alla pena di morte, o almeno per me è stato così. Di conseguenza mi ha toccato davvero nel profondo.

 

Dati pescati in rete: nel mondo sono 89 gli Stati ad aver abolito completamente la pena di morte. In 10 è prevista in casi eccezionali, ad esempio reati compiuti in tempo di guerra. In 30 la pena di morte è prevista, ma di fatto non viene più ultizzata. Infine in 68 Stati è prevista e viene tutt'ora utilizzata.

 

Se la questione non fosse tanto grave, mi verrebbe da sorridere scorrendo la lista di questi 68: perchè gli Stati Uniti d'America (e il Giappone) fanno compagnia unicamente a nazioni come Afghanistan e Iraq, Cuba e Cina. Nazioni contro cui non ho nulla, io, ma nazioni a cui gli Stati Uniti d'America pretendono, o pretenderebbero, di insegnare cosa sia la democrazia!

 

In "soli" 6 Stati quest'anno sono state eseguite delle condanne a morte: Iran, Giappone, Corea del Nord, Mongolia, Arabia Saudita e, ovviamente, Stati Uniti d'America.

La Bielorussia ha eseguito l'ultima esecuzione l'anno scorso.

Egitto, Libia, Sudan, Palestina, Yemen nel 2010.

Quindi si salta direttamente al 2007 quando si sono verificate le ultime condanne da parte di Iraq, Singapore ed Etiopia. E via via sempre più a ritroso.

 

L'ultimissima esecuzione è avvenuta proprio negli Stati Uniti d'America, appena 37 giorni fa, il 27 giugno.

 

E gli Stati Uniti d'America meno di tutti possono avvalersi di "scusanti" quali ignoranza, povertà, arretratezza: è questo che rende la loro posizione più grave rispetto agli altri 67 Stati.

 

La storia raccontata da Grisham è "solo" ispirata a una storia vera, ma nel mondo -  Stati Uniti d'America compresi - non sono affatto poche le persone condannate per reati che in seguito si sono rivelati commessi da altri. Accadimenti e prove successive alla condanna, in primis il test del DNA, ne hanno dimostrato un bel po'. E per alcuni detenuti la scoperta della verità è arrivata in tempo, per altri no.

 

Basti pensare che l'Illinois arrivò alla moratoria in seguito alla dimostrazione che circa la metà (!!!) delle persone condannate a morte si erano poi rivelate innocenti!

 

Alla faccia del c...BIPPPPPPP!!

 

Sono tanti i motivi per cui si è contrari alla pena di morte e personalmente al primo posto ci metto questo: il rischio di uccidere un innocente, cosa che molti sostenitori definiscono un prezzo da pagare accettabile!!

Del resto negli Stati Uniti d'America non pochi sono contrari alla pena di morte per via dei costi elevati! Ah bè...

 

 

Gli Stati Uniti d'America, per me, sono imbattibili nelle serie televisive! In questo sì che abbiamo davvero tanto da imparare da loro...

 

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2 luglio 2012 1 02 /07 /luglio /2012 18:00

04

 

Ho comprato questo libro dopo averne letto una bella recensione su un settimanale femminile, tipo "Gioia" o "Grazia". E direi che tipologia di libro e di rivista vanno a braccetto.


Solo leggendolo ho capito che era il mio primo romanzo del genere romance: e, come dico sempre, non sono romantica! Mi piace il genere chick lit, ma se si va troppo sul rosa... aiuto!! Per fortuna il titolo è azzeccato e questo libro è sì, rosa, ma anche un po' hot, quel tanto che basta da non farmi pentire nè dell'averlo comprato, nè dell'averlo letto.


Credo che il livello sia simile ai Grandi romanzi storici che vendo in edicola: siamo nell'Inghilterra vittoriana e la storia si svolge in due periodi diversi separati fra loro da un decennio. Nel 1893 la protagonista, Gigi, è sposata - appunto - da dieci anni, ma non ha mai vissuto insieme al marito. Adesso vuole separarsi da lui, che vive a New York, e i capitoli relativi al 1883 servono a spiegare il perchè di questo strano matrimonio.

 

Finale scontatissimo.


La storia è tutta qua, scritta in modo semplice, ma non brutto, si legge di peggio.

Boccio solo l'uso di alcuni termini dei giorni nostri che proprio stonano nel contesto in cui si svolge la storia.

Andassi al mare la definirei come la classica lettura da ombrellone...


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19 maggio 2012 6 19 /05 /maggio /2012 19:00

03

 

Prima o poi riuscirò ad aggiornare il blog con l'avanzamento della tappa di un SAL?!?

Oggi no (e domani nemmeno), forse lunedì... sì, se non riesco a finire il micro-ricamo a cui mi sto dedicando da giorni e giorni entro domani sera... cambio hobby!!

 

Per lo meno ho finito di leggere il libro in corso, "Mors tua" di Danila Comastri Montanari. Questo è il settimo libro della saga con protagonista Publio Aurelio Stazio (in questo caso non mi viene a noia la sua continua presenza perchè mi è molto simpatico!), ma solo dopo averlo finito ho scoperto che in realtà è il primo scritto dall'autrice. Ecco quindi perchè non mi tornavano alcune cose, proprio dal punto di vista cronologico della vita del protagonista e di un altro personaggio abituale

 

Ma la lettura è stata (come sempre) piacevole, un altro giallo ambientato (benissimo) nell'antica Roma. Il testo comprende anche un racconto, che non ha nulla a che vedere con la storia del romanzo, dove Publio Aurelio si ritrova a fare l'investigatore a Ercolano.

 

La mia opinione sulla Comastri Montanari non cambia: è sempre più che positiva. Se piace il genere, i suoi libri sono molto piacevoli e rilassanti, pur avendo delle trame gialle molto ben costruite.

Lei, Alberto Angela e la serie televisiva "Spartacus": tre modi molto diversi, ma belli, di descrivere la vita ai tempi dell'Impero Romano rimanendo fedeli a ciò chesappiamo, alle usanze del periodo, ecc... cosa che non si può certo dire di alcuni scrittori di best-seller o di certi sceneggiatori hollywoodiani

 

Ah, giusto per evitare fraintendimenti: non cambio hobby neppure se mi pagate

 

adomani04

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1 aprile 2012 7 01 /04 /aprile /2012 20:30

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Non sono solo pc e crocette a dover fare i conti con il mio nuovo spirito sportivo, ma anche la lettura!

Dire "spirito sportivo" parlando di me è decisamente un'esagerazione, mentre è innegabile che i soli tre hobby che sono riuscita a mantenere dopo aver comprato l'edicola sono tutti un inno alla pigrizia

 

Sono passati quasi tre mesi dall'ultimo libro letto, ma non ci ho messo così tanto con questo romanzo di Mary Higgins Clark:

 

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L'ho iniziato a gennaio, ma dopo pochi giorni ho avuto un blocco, non per colpa del libro, ma proprio per una mia non voglia di leggere, per lo meno non libri. Ogni tanto mi capita. Per fortuna con le crocette mai

 

Quando è tornata la voglia l'ho finito abbastanza in fretta, perchè le pagine dei libri di questa scrittrice sono per me come le ciliegie! Anche se è un'autrice del genere "letto uno, letti tutti" (e "Nessuno mi crede" non fa certo eccezione!), ogni volta mi prende e se anche i suoi finali sono piuttosto prevedibili, quando arrivo alla fine penso di aver letto un bel libro

 

Vorrei solo che sparisse Alvira Meehan. E' il classico personaggio sempre presente che - pur non essendo nè poliziotto, nè avvocato, nè giudice, ecc - si ritrova sempre invischiato in rapimenti, omicidi e compagnia bella. Questo ogni volta obbliga la Higgins Clark a escogitare almeno tre o quattro incredibili coincidenze in modo da poter collegare alla storia questa donna di mezza età e suo marito, ex coppia proletaria diventata miliardaria grazie a una strepitosa vincita alla lotteria.

Alvira è protagonista di ogni vicenda al pari della/e vittima/e e naturalmente alla fine il suo contributo, direttamente o indirettamente, è sempre quello risolutivo!

 

E' un peccato, l'autrice ha fantasia nel costruire le storie: non sarebbe male se facesse uno sforzo per inventare anche nuovi personaggi!

 

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